Il controllo cerebrale

Abbiamo detto che “il praticien” persegue uno scopo ben definito: modificare il meccanismo cerebrale con una rieducazione funzionale”, ma che cosa s’intende per controllo cerebrale?

Prima di affrontare lo studio del controllo cerebrale è importante tener conto che esistono due centri differenti:

  1. Cervello conscio o oggettivo
  2. Cervello incoscio o soggettivo

Secondo la definizione del dottor Vittoz, il controllo cerebrale è definito “Come una facoltà inerente all’uomo normale, destinata a equilibrare il cervello inconscio e il cervello conscio”.

Si può dire che il cervello incosciente è la sede della genesi delle idee, delle sensazioni e che il cervello cosciente mette a punto ossia da esso dipendono la ragione, il giudizio e la volontà.

Se nell’uomo equilibrato questi due cervelli sono in perfetta sintonia, è sbagliato dire che essi debbono aver uguale intensità; si può avere una certa preponderanza dell’uno o dell’altro.
Si intende per equilibrio cerebrale normale quando ogni idea, impressione o sensazione può esser controllata dalla ragione, il giudizio o la volontà.
Questa facoltà è in parte incosciente presso l’uomo normale, mentre il malato ne ha una sensazione imprecisa, sente che gli manca qualcosa e quel qualcosa è il controllo cerebrale.Presso l’uomo normale il controllo è automatico e si sviluppa progressivamente con l’età e l’educazione.Si può immaginare cosa provoca l’assenza di controllo cerebrale: il cervello è senza freni, aperto a tutte le impressioni, fobie, senza ragionamento, giudizio.

E’ completamente in balia del cervello incosciente.

In casi meno gravi si ha un controllo cerebrale insufficiente o instabile.

Le differenze sono importanti, ma in ogni caso non è necessario indagare oltre: l’importante è verificare se il controllo e sufficiente o insufficiente.
Nel secondo caso gli atti, le idee e le sensazioni non sono chiaramente percepite dal paziente che le accetta passivamente e non si rende conto che sono la causa di tutti i suoi problemi.
E non solo.
Esiste una corrispondenza diretta fra un insufficiente controllo cerebrale e l’equilibrio organico. Spesso l’evidenza di una sintomatologia su un organo del proprio corpo fa passare in secondo piano, nasconde la causa vera: il fenomeno psichico.

Le cause della psiconevrosi possono ricondursi:

  1. A cause primarie quali ereditarietà, età, uso di droghe/medicinali
  2. A cause secondarie in particolare a choc morali dovuti a dispiaceri, preoccupazioni e lavoro esagerato, ma anche in conseguenza a interventi chirurgici

Le forme della psiconevrosi possono ricondursi ad una forma:

  • Essenziale: si presenta fin dalla giovinezza per accentuarsi nella maggiore età
  • Accidentale: si presenta improvvisamente spesso in concomitanza con uno choc morale o traumatico
  • Intermittente o periodica

I sintomi psichici sono per prima cosa un’impressionabilità esagerata: il paziente non sa definire il suo stato, si lascia andare in uno stato di sogno dal quale fatica ad uscire. A poco a poco i sintomi si accentuano e l’apatia, il disgusto della vita e la fatica si manifestano più fortemente. Se lo stato di sogno è assente, si ha una forma di instabilità del pensiero che si può definire come vagabondaggio cerebrale.
Questa instabilità gli causa una fatica incessante: è un battello senza guida, senza pilota, una continua rincorsa a ricondurre i propri pensieri sul corretto binario.
Il malato perde fiducia in sé stesso.
Passa la sua vita in uno stato di ansietà continua.
Pensa solo a malattie, non è mai tranquillo e felice.
Subentrano quindi angoscia e abulia, anche se quest’ultima è più apparente che reale in quanto più che di mancanza di volontà si può parlare di difetto di utilizzo della volontà.
Fobie e ossessioni sono ulteriori fenomeni.

A fianco dei sintomi psichici si possono affiancare quelli organici:

  • Il sistema vascolare
  • Gli organi dei sensi: vista, udito e tatto ne sono fortemente più o meno fortemente colpiti.

La rieducazione del controllo cerebrale permette di ristabilire l’equilibrio, di ricreare le connessioni fra il cervello conscio ed il cervello inconscio.
Non appena questo è stato realizzato, le vibrazioni cerebrali tornano ad essere normali.
Il conscio domina sull’inconscio.

Ma questo ritorno alla piena coscienza, come si realizza?

Eseguendo gli esercizi del metodo Vittoz.

Questi si possono praticare in tutte le circostanze, in tutti i luoghi, in ogni momento.
Non esiste discontinuità tra gli esercizi e la vita presente: un’altra originalità del metodo Vittoz.

Il trattamento si compone di due momenti:

  • la rieducazione funzionale
  • la rieducazione psichica

che saranno oggetto dei prossimi argomenti

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